giovedì 28 aprile 2016

La Divina Commedia.

"Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la dritta via era smarrita", queste le famosissime parole che Dante usava per dare il via alla Divina Commedia.
Aveva la stessa età che io compio oggi, 35 anni, e che all'epoca segnavano il giro di boa della vita, quello che in pratica va verso la fine, visto che la vita media durava davvero poco e arrivava al massimo ai 70 anni.
Provo come ogni anno ad ogni mio maledetto compleanno a farmi delle domande, a fare delle analisi, a tirare delle somme, a dire le mie solite stronzate, e a voi spetta il compito ingrato di subirle. 
Praticamente Dante Alighieri a poco più di 30 anni, partoriva la più grande opera scritta in lingua italiana, uno dei capolavori della letteratura mondiale (lo hanno citato perfino in una puntata di "How I Met Your Mother", quindi...), tre tomi che ai tempi dei miei genitori si imparavano a memoria, ai tempi miei no per fortuna, ma restavano comunque argomento portante dell'esame di maturità.
Lui scriveva il capolavoro che ha ispirato gli altri grandi scrittori e poeti che lo hanno seguito, oltre che Padre Moretti, mio meraviglioso insegnante d'italiano del liceo, a cui brillavano gli occhi solo a nominare lui ed il suo viaggio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, accompagnato da Virgilio e da quella pissera di Beatrice (solo chi è di Firenze può capire il significato di pissera, ma fidatevi, lo era). Ma torniamo a Dante, ecco durante questo viaggio interminabile  (soprattutto quando poi lo studi per tre anni di liceo), il poeta incontrava dei personaggi, dei ragazzi alla mano, per niente altezzosi poi, tipo Ulisse, Paolo e Francesca, Guido Cavalcanti, il Conte Ugolino o Farinata degli Uberti , e con loro parlava... Parlava... Parlava... Parlava...
Anche io parlo tanto, un difetto per molti, ma non per chi desidera farlo in una radio nazionale.
Al posto della Divina Commedia però io scrivo un blog, questo che state leggendo, e nonostante sia anche io nata e cresciuta a Firenze, e abbia frequentato sempre persone per bene, non ho amicizie dai nomi così ridondanti come i suoi, tranne la mia amica Federica che ha il doppio cognome sì, ma grazie a Dio non mi parla in rima come quei pesantoni che frequentava lui. Con lei, così come con voi attraverso il mio blog, parlo di cazzate, quelle che mi contraddistinguono, e che forse i nostri bisnipoti non studieranno a scuola (mai dire mai), ma che secondo me - scusate la modestia- divertono di più, o almeno divertono me quando le scrivo. 
Sul mio viaggio, inteso come la vita, non credo scriveranno mai un libro (figuriamoci tre mattoni come i suoi) , e per quanto spesso me ne lamenti, devo dire che tutto sommato, mi piace.  Perfino quando a volte mi sembra che assomigli più ad una gitarella che ad un viaggio, altre ad una maratona infinita, e altre ancora ho l'impressione di viaggiare in economy, pur avendo pagato per un biglietto di Business.  Eppure questo mio viaggio non mi dispiace, e sono certa che prima o poi, mi verrà concesso l'Upgrade in prima classe e le cose andranno finalmente come dico io.
Devo solo sperare che la vita media si sia davvero allungata come dicono.

Nel frattempo colgo l'occasione per ringraziare per gli auguri e per l'affetto dimostrato (anche) oggi  tutti quelli che per me ci sono, ci saranno, e poi LUI, che dalla stanza accanto, ci sarà per sempre.

Ps: Alla mia tenera età ho scoperto Snapchat:  non trovando la corona d'alloro come il sommo poeta, , opto per quella di fiori, da somma cretina!

 



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