domenica 29 marzo 2015

Friends & the City

Proprio in questi giorni Sarah Jessica Parker,  la "Carrie Bradshaw" di "Sex & the City", ha compiuto 50 anni. Non è per farle gli auguri (non credo legga il mio blog) che parlo di lei, ma per collegarmi al telefilm che ha cambiato in qualche modo, la libertà di espressione (verbale e fisica) di molte ragazze e gruppi di donne, in giro per il mondo.
Chi, per qualche verso, non si è rivista in "Carrie"? Una piccoletta tutto pepe, attenta alla moda e malata di scarpe, giornalista che scrive una rubrica di sesso e amore, su una rivista femminile.
O nelle sue amiche? Charlotte, Samantha e Miranda, che più diverse non potrebbero essere. Una mora, romantica, borghese e un po' bigotta (a Firenze la chiameremmo "pissera"), una bionda, cinica, appariscente e quasi ninfomane, e l'ultima rossa, mamma single e avvocato in carriera, a mio avviso bruttina, ma che comunque riscuote il suo personale successo con gli uomini. Ce n'è per tutti insomma.Quattro amiche con vite, lavori, aspetti, abbigliamenti, pensieri, interessi e gusti - soprattuto in fatto di uomini- diversi, ma comunque grandi amiche.
Di amiche speciali ne ho anche io, quelle storiche e quelle scoperte in età più adulta, alcune più vicine, altre più lontane, ma da tempo mi sono rassegnata all'idea di non poter stare con loro ogni volta che lo vorrei.
Non tanto per la somiglianza con le 4 protagoniste di "Sex & the City",  diciamo comunque che non ci facciamo mancare niente neanche noi 4: io e le mie tre amiche di sempre.
A differenza delle orginali, non viviamo a N.Y ma solitamente ci ritroviamo quando torniamo nella più calma e natia Firenze; che non sarà figa uguale, ma provate a dire che non sia bella.
Questa volta, invece ci siamo ritrovate a Milano, dove una di noi si è appena trasferita per lavoro dopo anni di vita e carriera all'estero. Scrivendoci su Whatsapp, ci siamo ritrovate ad avere almeno un paio di decine di motivi per cui lamentarsi e desiderare di fare qualcosa di nuovo e di diverso, di un break anche di poche ore, per rigenerarsi e pensare solo a sè stesse. Detto e fatto. Le prime 3 si organizzano, la padrona di casa appena traslocata in città, compra velocemente un letto all'Ikea per ospitarci e, taaaaac... qualche ora dopo siamo nel suo nuovo, vuoto, ma bellissimo, appartamento milanese.
Siamo insieme, in una situazione nuova ed io sto già meglio. Ma ne manca una e convincerla a venire e lasciare i suoi bambini per stare con noi, sarà la cosa più difficile, eppure.... taaaac (di nuovo), anche lei prenota un treno al volo e ci raggiunge per una serata insieme. Sembra quasi una reunion delle Spice Girls, un poker di donne.
Siamo tutte e 4, da sole per 24 ore e, credetemi, non succedeva dalla sera prima del matrimonio di una di loro, che per la cronaca, avveniva 5 anni fa.
Inizia la fila allo specchio, i racconti delle ultime ore ma anche di cose mai dette prima, un via vai dal bagno per truccarsi, una miriade di argomenti iniziati, interrotti e poi ripresi nei momenti più improbabili, e nonostante siamo solo in 4, in casa ci sono scarpe per 12.
Usciamo per un aperitivo, andiamo a cena (siamo pur sempre in clima Expo), dormiamo insieme e il giorno dopo ci aspetta anche una passeggiata e un po' di shopping per la città .
Milano è chic e funzionale come i suoi tram ("gamba de legn"), affidabile come i suoi servizi, ma anche meno cara, stronza e grigia di quanto non si pensi nel resto d'Italia.
Arrivata ai Navigli ho respirato serentità, talmente tanto che questa città mi è sembrata bellissima, e forse lo è davvero.  Complici gli spritz, mi sono sentita finalmente leggera, spensierata e rilassata, e grazie alla mia preziosa compagnia, rassicurata.
Le ultime settimane erano state davvero stressanti, e a Milano mi sono sentita euforica, giuro, anche un po' emozionata e stupita dalla bellezza di certi posti e facce viste. Sicuramente hanno influito l'inaspettato sole e la vicinanza della mia Radio (casa-Via Massena in 4 minuti a piedi), ma sto-da-Dio, e con le risate che mi fanno fare quelle sceme, ho dimenticato piano piano tutto e scacciato l'ansia degli ultimi giorni.
Ok, forse Carrie è più figa, ha un lavoro migliore, vestiti più belli e molti più uomini di quelli che potrei avere io in tutta la mia vita, ma porella... lei non può avere quello che ho io: Francesca, Federica e la Fra. Tiè! ;)


giovedì 26 marzo 2015

Never Forget

Sul mio comodino c'è una radiosveglia, ed il compito di svegliarmi tocca ogni giorno al Trio Medusa, come questa mattina quando, con gli occhi ancora chiusi, annunciavano: "Zayn Malik lascia gli One Direction." Ancora addormentata, nella mia testa cominciano a ronzare queste parole, piano piano cerco di connettere, metto in fila i pensieri e mi aiuto con l'analisi logica e grammaticale.
"Zayn Malik": non ho la minima idea di chi possa essere, ma capisco che è il soggetto della frase ed è anche un nome proprio di persona.
"Lascia": 3° pers. sing, voce del verbo Lasciare, modo indicativo, tempo presente.
"One Direction": Questa la so - prima di tutto è il complemento oggetto. Poi il nome
di una band, amatissima dalle teen-ager di tutto il mondo, composta da 5 ragazzetti inglesi, di gradevole aspetto, messi insieme da quel genio del loro talent scout, Simon Cowell, papà di "X Factor" & Co. Insomma un gruppo musicale di enorme successo oltre che una macchina da soldi.
Adesso ho tutte le informazioni necessarie per capire rapidamente che, mentre io ieri lavoravo, cenavo, preparavo la valigia, telefonavo, dormivo e stamattina, mi svegliavo, il resto della popolazione femminile mondiale sotto i 20 anni viveva una tragedia.
"Soffro lo stress, suono in una boyband" cantavano i Velvet, e dovrebbe cantare oggi Zayn, ma la verità è che nella storia della musica e delle band prima o poi succede che uno degli elementi si stanchi e si separi dal gruppo: avvenne con i Beatles, dovrei chiedere a mia sorella se è mai successo ai Duran Duran o gli Spandau, ma so che è successo perfino ai Pooh, ed ricordo bene quando è accaduto ai Take That. Volo con la memoria all'estate del 1995, quando la cretina che vi scrive, aveva 14 anni, da poco aveva dato il suo primo bacio, superato la licenza media e apprendeva che il suo idolo Robbie Williams abbandonava il suo gruppo preferito. Dramma. Dolore. Delusione. Preoccupazione. "Cosa possiamo fare?" chiedevo al telefono alle amiche con cui cercavamo, nel nostro piccolo, una soluzione. Considerate anche che la cretina che vi scrive era appena tornata dall'America dove il suo fantastico papà l'aveva portata, e la sera prima della partenza avevano alloggiato in un bell'albergo di Roma vicino all'aereoporto, lo stesso nel quale, il giorno dopo (quello della partenza per New York), avrebbero alloggiato anche i Take That. Il grado di separazione tra me e i miei idoli di ragazzina era quasi nullo, ma "causa-volo-per-gli-States", ci saremmo sfiorati e non incotrati. Essendo cretina ho provato a chiedere a mio padre di rimandare la partenza per poter dormire nel loro stesso Hotel anche quella notte, ma vi evito la sua risposta, poco educata, ma sicuramente meritata. Al mio rientro in Italia poi arriva la notizia dell' abbandono di Robbie e dopo poche settimane, l'uscita dell'ultimo singolo della band ancora unita, quello di "Never Forget". Annesso al pezzo, tipico degli anni '90, il videoclip, che in questo caso era stato girato interamente in Italia, con tanto di scene a bordo piscina di quell'albergo di Roma, proprio mentre io ero già in volo per l'America. Non aggiungo altro.
Ma torniamo al giovane Zayn che dopo un'esperienza di 5 anni con i (o gli?) One Direction, sente che è arrivato il momento di lasciare la band. "Vorrei chiedere scusa ai fan se ho deluso qualcuno di loro, ma devo fare quello che ritengo giusto".
Ma caro Zayn (confesso che ho "googolato" per scoprire il tuo bel faccino), tesoro della "Zia G", bello de casa, con quegli occhietti leggermente a mandorla per chissà quale tua origine orientale... ma fai proprio bene!!! C'hai 22 anni, sei ricco come non saresti stato mai, e hai una vita intera davanti a te: vivitela!!! E per tutte le ragazzette che oggi e per i prossimi giorni piangeranno per te, tranquillo, poi passa, si concentreranno su altro (e altri) e nel 2035 magari scriveranno un blog cretino!

Ps: concerto di Robbie Williams 7 Luglio a Roma, ci vediamo tutti lì! ;-)
                                          





martedì 24 marzo 2015

Happy Birthday Pretty Woman

Il 23 marzo 1990 ha cambiato la vita di molte donne di tutto il mondo. 
Più importante della festa della donna, più sentita della possibilità di votare, più entusiasmante di una svendita di Prada e più sexy di Brad Pitt in "Vento di Passioni".
Quello è il giorno in cui usciva nelle sale americane, e nel resto del pianeta poi, "Pretty Woman". 
Ricordo perfettamente la 1° volta che l'ho visto. Per il mio 9° compleanno, la mia mamma (che era già "avanti") noleggiò un paio di VHS da far vedere ai miei invitati: uno, un po' più d'azione, "Beverly Hills Cop II" e l'altro, appunto, "Pretty Woman". Ricordo bene anche l'imbarazzo dei miei compagni di 5° elementare, le risatine maliziose delle femmine e quelle dettate dagli ormoni del maschi davanti alle (poche) scene di sesso tra Julia Roberts e Richard Gere. Oggi forse mia madre si beccherebbe una denuncia dalle altre mamme per la scelta di quel film, che nei 25 anni successivi, ho visto e rivisto decine di volte fino a conoscerne a memoria le battute. Strano poi, perchè non sono una romantica, nè una sdolcinata, tantomeno una grande sognatrice, anzi ho sempre pensato di avere i piedi anche troppo ancorati a terra, ma quando si tratta di "Pretty Woman", mi rimbambisco del tutto. 
Guai a pensare che sia solo un film o un campione di incassi, sarebbe riduttivo. 
Per la maggior parte del popolo femminile (e non solo) quella è "la commedia romantica" per eccellenza, un Must, una specie di testo Sacro, e sono certa che per alcune abbia anche significato qualche decina di sedute dall'analista. 
Già, perchè è difficile accettare che una prostituta, lavorando sul ciglio della strada si imbatta in un tipo figo a bordo di una Lotus con cambio manuale, che lo possa abbordare per passare con lui una notte, che poi diventeranno sette e che non le lasceranno solo i 3.000 dollari pattuiti, ma anche decine di vestiti stupendi, partite di polo, serate all'opera, viaggi in voli privati, un collier di brillanti e rubini che manco Sofia Loren ha mai indossato, e la possibilità di imparare a riconoscere forchette e bicchieri degni di una misenplace di lusso per cene in cui mangerà cibi raffinati e "stronze lumachine". Ovviamente alla fine della settimana, la signorina ed il ricco uomo di affari si innamorano e, con tanto di rose rosse e finale a lieto fine, come in ogni favola, vivono per sempre felici e contenti. 
Ed è allora, da 25 anni a questa parte, che si consuma una tragedia: quando la donna comune, quella della vita reale, una di noi insomma, quella che per strada al massimo incontra uno calvo e con la panza che (sempre se non è sposato e stronzo), se tutto va bene possiede un'utilitaria, e che in 7 giorni, al massimo le propone una doppietta cinema/pizza e l'unica rosa che le avrà regalato è stata per esasperazione di quel venditore cingalese che lo ha placcato fuori dalla pizzeria. Ed eccola lì lei, povera, triste, delusa e scoraggiata chiedere all'amica "Fammi un solo esempio di una che conosciamo alla quale è andata bene". La risposta, proprio come nel film è sempre "Quella gran culo di Cenerentola!".

venerdì 20 marzo 2015

L'uomo (è) barbuto

Chi mi conosce sa che amo pulire, riordinare e che sono anche un po' schifiltosa. La lista delle cose che mi fanno rabbrividire sono davvero numerose e i maschietti, in genere, sono campioni nel farne molte: al primo posto della hit parade dello schifo ci sono le bestemmie, seguono a raffica flautolenze, rutti e tirate su di naso (che non fa solo Shrek evidentemente), ma anche i residui di dentifricio nel lavandino, o i capelli nel tubo di scarico della doccia, in grado di portarmi anche alla crisi isterica. Basterebbe trovare un uomo calvo? Eh no, perchè a volte è sufficiente un peletto di barba non attaccato alla faccia per disgustarmi. Uno glabro, allora? Giammai!
Io AMO gli uomini muniti di peli sul petto e barba, mentre darei l'ergastolo a chi si depila, fatta eccezione per le spalle: unica parte del corpo di un uomo su cui dovrebbe mettere le mani l'estetista. Il maschio è tale, se è pure peloso.
L'avvocato Agnelli probabilmente inorridirebbe nel vedere che "stiloso",  oggi,  non è più l'uomo con la faccia liscia come il sedere di un bambino, ma quello peloso come Barbabarba (dei Barbapapà). Eppure è così. Pensate (non troppo intensamente) a Carlo Cracco, Pier Francesco Favino o Jovanotti, ma anche Bradley Cooper o Robert Downey Jr.  Tutti incredibilmente affascinanti anche grazie a quello strato di peluria che gli copre, in certi casi, delle deliziose facce da fessi.
Considerate che i peli sul viso di un uomo sono tra i 6 e i 25 mila, hanno la resistenza di un filo di rame e un diametro di 100 micron, il doppio di quello di un capello.
Lo sapevate? Ecco che il mio blog serve a qualcosa!
La moda poi non aiuta se pensiamo che gli Hipster (corrente che per me potrebbe tranquillamente estinguersi entro domani mattina) portano barbe lunghissime, incolte, stile mormone, accostate ad outfit che di maschio, altrimenti avrebbero ben poco.  Ma torniamo al mio essere schifiltosa. Da un recente studio dell'università di Birmingham, in Inghilterra, che ha esaminato le mascherine chirurgiche di alcuni medici, risulta che le barbe maschili (specialmente quelle più folte degli hipster), "ospitano" sul viso circa 20mila batteri ed agenti patogeni.
20.000.
Ripeto, ventimila.
Si perchè la barba, crescendo, tende ad arricciarsi e a creare delle pieghe che intrappolano lo sporco.
Oh cazzo! E come faccio io? Vabbè dai, il giorno in cui dormirò con Carlo Cracco ci penso.

mercoledì 18 marzo 2015

Tra moglie e marito...

Voi non lo sapete ma da un po' di tempo,  curo una rubrica radiofonica sui gossip, quindi volente o nolente, la cronaca rosa rientra tra le mie competenze, oltre che tra gli interessi. Diciamo che non sono una di quelle che le riviste di pettegolezzi le vede solo mentre si fa una piega dal parrucchiere. Sono una femmina (quindi curiosa), per lavoro sto sempre sui social (fonte inesauribile di scoop) e, per di più una (aspirante) radiofonica... ok diciamolo sono un'inciuciona patentata.
Ed in quanto tale non posso non aver letto di Belen Rodriguez e suo marito Stefano de Martino.
Ah non lo sapete? Mmmm...ma dove vivete? Vabbè insomma i De Martinez (come vengono chiamati) sarebbero - anzi senza il condizionale - SONO, in crisi e non stanno più vivendo sotto lo stesso tetto. Su "Chi" (il Vangelo delle Inciucione) sono state pubblicate le foto di lui mentre "trasloca" con più valigie all'Hotel Bulgari, che già dal nome capirete essere un albergo "Top" di Milano. Da 3 settimane infatti Stefano alloggia lì, mentre Belen è rimasta nel loro appartamento con Santiago. Come chi è Santiago? Dai...ma non sapete proprio nulla! Il loro bambino che ha circa un paio di anni. Ma tornando a loro, stanno cercando di salvare il loro matrimonio stando non più sotto lo stesso tetto, ma nello stesso letto. Si perchè comunque non rinunciano ad incontri "d'amore" clandestini nell'albergo dove alloggia lui. Come faccio a saperlo? Ma dai, basta vedere quello che postano sui social: foto di loro due mezzi nudi appena usciti da un letto ancora disfatto.
A questo punto in quanto blogger, ossia "opinionista non richiesta", io  DEVO dire la mia.
Mia cara Belen, non pensi che se ti fossi dedicata meno a far vedere 24/24 e 7/7 quanto la vostra sia una famiglia perfetta che vive una vita perfetta, ora forse tuo marito starebbe uscendo dalle vostre lenzuola e non quelle del Bulgari Hotel?
Ohhhhh, l'ho detto. 
Temo solo con questo, che il mio diventerà il primo blog bacchettone, rosicone, moralista, per zitelle acide e frustrate. E meno male che amo solo i cani, se no mi si attacchebbero pure tutte le gattare!

domenica 15 marzo 2015

Ansia da prestazione

Da quando ho questo blog temo che mi ammalerò di ansia, e ho già constatato che ho pure incominicato a soffrire di sudorazione eccessiva, ma quello solo nel momento in cui clicco su "pubblica". E' normale? Non lo so.
Non mi dite che i miei "colleghi" Selvaggia Lucarelli, Alessia Marcuzzi, Chiara Ferragni, Beppe Grillo o il mio amato Linus, nel curare i loro blog, hanno i miei stessi disturbi?!?!
Ah se potessi gli chiederei tanti consigli: cosa posso scrivere e cosa no? Cosa è opportuno che voi sappiate di me e cosa è meglio, invece, che resti un mistero? Quali temi dovrei toccare? E ogni quanto dovrei scrivere?
Per esempio da giorni io sento il bisogno, la voglia, ma anche il dovere, di scrivere qualcosa in questo mio spazio. Ansia. Eppure ho solo creato un blog, niente di più, perciò non ha senso che mi senta responsabile come se avessi un tamagotchi che deve mangiare, dormire e uscire per fare i suoi bisognini, vero? Posso scrivere quel che voglio e quando ne ho voglia. Si ma cosa? E quando? Ansia... eccola di nuovo.
Che poi questi limiti non dovrebbero porseli solo i blogger, ma anche gli altri nella vita di tutti i giorni, soprattutto sul web.  Eh si, mi rivolgo a voi che con costanza scrivete su Facebook cosa fate: "in fila alla posta, uffa"; "Ho comprato il Dash in promozione, evviva" e poi ci sono i più trasgressivi "Sotto il piumone con il mio amore". E su Instagram? Tutte figlie della Clerici e della Parodi a pubbicare foto di quel che cucinate, di quel che mangiate, ed io temo molto il giorno in cui mostrerete quel che non digerite. E poi quando ci dite dove siete? E dei vostri viaggi? Per non parlare dei locali in cui passate le vostre migliori serate!?!? Ma quanto siete belle con quelle scarpe e con i capelli appena tagliati! E che bei bagni che avete!!! Adoro concentrarmi sulle mattonelle e i sanitari dietro i vostri selfie alla toilette. Vabbè, dai ma allora vale tutto?!?!!
Bene, ho appena deciso cosa raccontarvi oggi e notate come, da brava blogger, toccherò tutte le tematiche più importanti:
Questa settimana ho avuto l'influenza (salute) perciò, se non in ufficio (lavoro) ero a casa dove, vogliate scusarmi se non ve lo avevo ancora confessato, anche io ho un piumone. Ho guardato molta tele (tv) e finito di vedere House of Cards (Serie tv americane), ascoltato la mia radio preferita (Mass media), ho festeggiato il compleanno di mia sorella (Party) e ieri sera ho mangiato sushi (Food e Lifestyle in un colpo solo). Ah oggi sono perfino andata in centro a farmi un paio di regalini (Shopping): una t-shirt, una camicia ed un maglia (Moda) ed il nuovo cd di Lorenzo Jovanotti (Musica). Spero solo che mi vogliate perdonare se non vi mostro le mattonelle ed i sanitari del mio bagno (No, il selfie no).


martedì 10 marzo 2015

A lezione di ironia

Avere un blog richiede curiosità, attenzione a quel che succede, e anche l'ausilio di ottime amiche e parenti che ti sottopongono argomenti o curiosità che possano essere sfrutatti per dire la propria opionione, anche, quando - come nel mio caso - non è richiesta.
E così poco fa, mentre spegnevo il mio computer in ufficio, alcune delle mie "sentinelle" in coro mi fanno notare una notizia: per la Parigi Fashion Week in passerella Valentino ha fatto sfilare Derek Zoolander e Hansel McDonald.
Chiiiiii???

Ok detta così può non dirvi molto, ma se vi spiego che sono in realtà Ben Stiller e Owen Wilson in modalità "Zoolander" forse vi dice di più. Che poi il loro è un genere di film che difficilmente consiglierei, diciamo che, senza troppa puzza sotto il naso, prediligo altri generi un po' meno demenziali, ma cacchio, quanto mi è piaciuta la grande ironia che oggi hanno portato (e apportato) in quella sfilata!!! Quella stessa ironia geniale che i modelli veri non hanno e, se ce l'hanno, la nascondono probabilmente in quel sottile strato sottocutaneo che li separa dai loro stessi scheletri.
Ben e Owen (sì in confidenza li chiamo per nome) sono talmente bravi da sembrare belli... Anche più di David Gandy, quel capolavoro per cui dovremmo tutte ringraziare a vita Dolce & Gabbana, per averlo abbandonato su di un gozzo davanti ai faraglioni di Capri. L'unico al mondo a cui dovrebbe essere permesso di indossare il costume a slippino, per di più bianco.
Geniale la trovata di Valentino che ha dimostrato che la moda, come qualunque altro argomento, si può prendere in giro... certo il risultato è garantito se ci si avvale della "Magnum", quell'espressione pazzesca di Ben Stiller ed il suo socio "biondo che fa impazzire il mondo".
Quando li ho visto ho pensato: "Adorooooo!!!", proprio come direbbero quelli che le sfilate di moda le frequentano davvero, ma più di tutto sono letteralmente pazza della foto-sfottò con l'impassibile e impossibile direttrice di Vogue America, Anna Wintour, nella posa delle tre scimmiette di "Non parlo, non vedo, non sento".
Una bella lezione a chi si prende un po' troppo sul serio... compresa 'sta cretina che si è messa in testa di scrivere un blog!



lunedì 9 marzo 2015

Ho visto la Madonna!

Come ogni domenica, ieri ho visto "Che tempo che Fa". Come saprete già, ospite attesissima, LEI, Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna. Sì quella di "Like a Virgin", "Like a Prayer" e like-un-pò-tutto-quello-che-le-è-venuto-in-mente-negli-ultimi-30-anni. Io che ne ho pochi di più, posso dire che la conosco (artisticamente) da tutta la vita. 
Il mio Papà, per fare una sorpresa alle sue 3 figlie all'epoca del tour italiano "Who's that girl", nel 1987, ci portò in un noto albergo di Firenze in cui lei alloggiava, per vederla da vicino. I miei ricordi di bambina di 6 anni (ecco svelata la mia età) forse non sono molto fedeli alla realtà, ma mi ricordo che a causa di un' impellente urgenza di raggiungere la toilette più vicina, al mio rientro alla postazione da stalker, ovviamente Madonna era già passata e di lei ricordo solo la nuca biondo platino sul corpo di una formichina, mentre andava via. Era il periodo del concerto di Torino in tv, della sua t-shirt "Italians do it better", quando faceva indignare tutti quelli che da tempo ormai non soffrivano più di acne giovanile.
Crescendo l'ho ammirata e seguita, come ogni mio coetaneo, in tutte le sue fasi: ho voluto anche io la camicia a quadrettoni country quando lei l'ha ritirata fuori, ho ballato in macchina con le mie amiche neopatentate tornando dalle feste, e credo anche di aver voluto provare i tatuaggi all'hennè quando lei ci si è cosparsa le mani. 
Ma si sà, Madonna fa moda, lei non sbaglia un colpo e se lo fa, allora andrà di moda sbagliare i colpi.
Ieri sera, dicevo, l'ho vista finalmente sulla poltrona di Fazio, più che altro sul bracciolo della poltrona di Fazio, ma insomma...siamo lì. Canta due brani del nuovo album, indossa un abito nero con strascico, la guardo e penso - e un po' ci spero - che possa cadere di nuovo come ai Grammy di pochi giorni fa, soprattutto quando alle domande del mio amato conduttore, lei risponde in maniera monosillabica e con una proverbiale #facciadastronza che solo una bottiglia di Sassicaia sa ammorbidire. Nonostante i 56 anni, un fisico che io non avevo a 12, quei denti separati che ogni dentista dovrebbe voler riunire più di quanto io non abbia voluto vedere riuniti i Take That, il suo essere "cafonal", e i miei canoni di bellezza e sensualità ben diversi, insomma la guardo... e penso (arresa) che in effetti "è figa"... certo se solo inciampasse un pochino... o un goccetto di quel bel vino le andasse di traverso? Ma dai... si fa per ridere... si sa che "Italians Do iT better"!

giovedì 5 marzo 2015

Mr. Gay

Ho un blog da 48 ore e gia mi gioco l' argomento gay? E' che io, la carta gay, volente o nolente, ce l'ho sempre in tasca! Nessuna mia tendenza omosessuale, se è questo che vi state chiedendo, ma ne conosco molti, pure troppi! E' vero anche che è di moda dire "Il mio migliore amico gay", come se dovessimo distinguerlo dal "Migliore amico etero" o dal "migliore amico Vegano" o dal "migliore amico puttaniere". Astute: così non fate un torto a nessuno, rendete ognuno di loro speciale, e poi sembra che siate piene di amici, quando in realà nei avete 4 in tutto: appunto uno gay, uno vegano, l'altro etero e in fine uno che, a differenza degli atri 3, è stato con un numero di donne superiore a 2, meritando questo appellativo glorioso.
Che poi anche in tv e al cinema l'amico gay spacca: Carrie ha il suo Stanford, a Julia Roberts tutte abbiamo invidiato Rupert Everett, compresa  Madonna che, in un film che non avrebbe mai dovuto girare, ci ha fatto pure un figlio, ma si sa, lei è esagera sempre! Poi c'è Grace, sempre a fianco del suo Will (io preferivo di gran lunga Karen e Jack) e non c'è Marcuzzi che non chieda un'opinione ad Alfonso Signorini o un Cristiano Malgioglio che ti sveli doppi sensi che tu hai cantato per anni senza saperlo!
E poi ci sono io, che li attiro come una calamita con una manciata di chiodini da muro. Anche i più impensabili, credetemi ormai dubito di ognuno. Sopracciglia curate? E' gay, ovvio! Maglietta aderente? Gay e pure tamarro! Cappotto in cachemire? Chicchissimo (dove lo avrà comprato?)....comunque è gay! Gay! GAY!!!
Nell'ultimo anno, fatta eccezione di poche, innocue e storiche presenze, tutti i maschi che ho conosciuto, con cui ho cenato, bevuto, chattato, lavorato, che ho ospitato, compreso chi mi ha suggerito di aprire questo blog, ed infine il centralinista del 119 della Tim con cui ho appena litigato...TUTTI MAGICAMENTE GAY! Vabbè ma che fa, sono prima di tutto miei AMICI e ci sto bene, li adoro! Sì... fino a che uno di loro non tira fuori il telefonino, casualmente clicca sull'App "Grinder" e... pufff, lo perdo per sempre! O quanto meno per tutta la durata della cena, aperitivo, o weekend che stavamo trascorrendo insieme.
Tutto quello che so del corpo umano maschile ultimamente, è perchè me lo raccontano loro, compresi quei dettagli che, se non li ho notati io nei miei personali "studi anatomici", un motivo ci sarà! E quando enrtriamo in un bar, guardiamo lo stesso tizio, per poi tristemente accorgermi che guardava lui e non me. E i piagnistei? Parliamone! "Oddio perchè non chiama?", "Ultima visualizzazione su Whatsapp alle 2, ma con chi?", "Se esce con me, perchè non si è ancora cancellato dalla chat di Romeo?" ...
Manca solo che mi dicano "Ho un ritardo" e avranno così affogato, anzi seppellito, per sempre quel ricordo che ho di UOMO.
E non c'è Mr Grey che possa farmi ricredere, tanto se lo conoscessi io, come minimo, diventerebbe Mr GAY!

martedì 3 marzo 2015

Via alle trasmissioni!



Ciao, mi chiamo Giangiola, che poi non è nemmeno vero, ma è colpa dei miei genitori e se  avremo tempo e voglia ne parleremo più in là. Ho 33 anni, a dire il vero saranno presto 34, ma faccio ancora finta di niente.

Che ci faccio qua? Bho... la verità è che non c'è un solo valido motivo per cui io debba avere un blog, se non per la mia passione per la scrittura, la parola e per la comunicazione, tanto che per sentirmi autorizzata a "comunicare" decisi di laurearmi nelle sue esatte Scienze ormai un po’ di anni fa.
Del mondo della comunicazione amo praticamente tutto, tranne quando non ce n’è, come quando da piccola vedevo in tv  quel cerchio tutto a quadrettini colorati che appariva al termine delle trasmissioni. Triste, proprio come come quando finisce la comunicazione.
Ovviamente sono anche una logorroica che per raccontare un episodio di solito parte da "Adamo ed Eva nei giardini dell'Eden", ma la Radio mi ha aiutato molto a migliorare in tal senso. La Radio, eh già... perchè non l'ho ancora detto ma della comunicazione amo anche i suoi mezzi, uno su tutti, appunto Lei. L'ho sempre ascoltata, e la ascolto sempre. Quando ti accorgi che alzi il volume durante i talk e lo abbassi con le canzoni, come faccio io, allora sei grave. Un bel giorno  di qualche anno fa ci sono entrata in una Radio: scrivevo articoli, sui social, nei programmi, mail per contattare ospiti famosi, interviste a cantanti internazionali... scrivevo ascoltando musica. E mi pagavano pure! Poco, ma mi pagavano. Che figata, eh? Poi mi sono trovata in un'altra Radio, e poi altre ancora, ma davanti ad un microfono. Vi sto dicendo quindi che oltre a scrivere, so parlare. Perciò iniziai  a farlo con degli sconosciuti, detti “ascoltatori”, a cui raccontare cose, condividerne altre e il tutto sempre con la musica di sottofondo.
Mi interessa tutto ma poi  non non ne capisco niente, ecco la mia caratteristica predominante. Che si tratti di musica, moda, gossip, cinema, tv, libri, calcio, mostre, cucina, pittura, e finanche la politica... mi piace informarmi, almeno abbastanza da poterne conversare con chiunque mi  trovi davanti. Tutte queste doti racchiuse in un’unica persona: pazzesco!!!!

Che ci ci faccio qua, dicevamo? Bho... dirò la mia, anche se non rischiesta, su questi e tutti gli altri argomenti che mi verranno in mente. Prometto che sarò meno prolissa, e se qualcuno poi li vorrà leggere, commentare o condividere, sarà il benevenuto!
Che inizino le trasmissioni!