martedì 7 febbraio 2017

Tre sigarette

Mi ero ripromessa di guardare il Festival senza postare niente, ma mentre la prima serata volgeva al termine mi accorgevo di avere un problema, un qualcosa che mi attanagliava, e mi sa che se non la individuo in qualche modo, non prenderò mai sonno. L' unico modo che ho per liberarmi è farlo sul blog, senno che ce l'ho a fare?
Stavo serenamente passando la serata esattamente come l'avevo prevista, ossia sul divano, mezza impigiamata, con 3 sigarette e con il telefonino a portata di mano per commentare con i miei amici divisi in vari gruppi d'ascolto a distanza. Già sin dall'inizio della serata con Titty Iron che mi interpreta divinamente Luigi Tenco, ho capito che in realtà sarebbe stata una serata più difficile del previsto e ed è stato lì che ho acceso la prima sigaretta. Inizia la gara, la Queen Mary è vestita egregiamente nel suo Givenchy, e Carlo Conti ha quella giacca di Ferragamo che immagino abbia anche il mio uomo nel suo armadio, in qualunque parte del mondo esso viva nascosto.
Le canzoni, diciamocelo, mi hanno fatto pena, ed è strano per una entusiasta di natura del Festival come me. Per la cronaca, per me di questa prima serata si salvano SOLO Fiorella Mannoia, Samuel ed Ermal Meta, ma non è certamente questo quello che mi ha turbato, come non lo è stato il fatto che la cartolina di Crozza sia stata strepitosa. La seconda sigaretta l'ho accesa  a metà serata dopo che Tiziano è tornato sul palco, quando nella chat su Whatsapp con le mie amiche scorrevano frasi tipo "Ma non ci sono possibilità che torni etero?" accompagnate da emoticon disperate in seguito alle risposte gative, e nella fattispecie quando ha catato "Il conforto" con Carmen Consoli, pezzo stupendo e Titty di più. La serata è continuata, di Peppe Vessicchio nessuna traccia, ma ci sono stati i Clean Bandit, autori della mia canzone preferita del momento (e con momento intendo oggi 8 febbraio 2017, domani non lo so) ed il sublime collegamento dalla sala stampa con Rocco Tanica, geniale.
La terza sigaretta, quella che ad averci uno per le mani, viene fumata dopo ben altre prove fisiche, è stata necessaria dopo l'arrivo di Ricky Martin. Sì, quello di "un, dos, tres un pasito pa'lante, Maria
un, dos, tres un pasito pa'atras", proprio lui. Solo che adesso ha 46 anni e - se possibile - è più carico ( leggi bono) di quando ne aveva 20 di meno. Sai quando si dice "se la suona e se la canta"? Ecco lui se la balla pure, e per quanto sia cresciuta convinta che il mio uomo ideale (quello che, in qualunque parte del mondo viva nascosto, ha nel suo armadio la giacca di Ferragamo come quella di Carlo Conti) non balla di certo latino americano, devo dire che con il suo medley (considerate che si è spogliato sempre più man mano che proseguiva con le sue hit) e il suo bacino roteante, mi hanno turbato e non poco. Che il Signore lo abbia in gloria a lungo.
Insomma, il succo di questa prima serata di Sanremo è che Maria De Filippi è più frociarola di me, che la quota gay era dotata di una dose di testosterone non pervenuta nei "cosiddetti" maschi che conosco io e che il fumo nuoce gravemente alla salute.

Ps: C'è da dire che in queste occasione il web regala grandi gioie, almeno lui!





Nessun commento:

Posta un commento